TERZA TAPPA PER IL LAVORO DEL MESE DI GENNAIO Potrai leggere e rileggere queste brevi pagine che ti aiuteranno nella riflessione della parabola dei terreni. Potrai continuare a riflettere sulle analogie (cio sulle cose simili), sulla originalit e sul contenuto della vocazione dei discepoli e della tua. LA PARABOLA DEI TERRENI Stiamo meditando sulla parabola dei quattro terreni per rispondere alla prima delle tre esigenze a cui soddisfare per un cammino di ricerca vocazionale: l'esigenza della purificazione del cuore. Vi proponiamo ora la riflessione sul terzo terreno o di quelli che abbiamo chiamato gli ostacoli della parete, che ci assalgono quando stiamo ormai salendo abbastanza bene. 1. Lectio L'ostacolo del terzo terreno definito anzitutto in maniera simbolica attraverso l'immagine delle spine. Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono (Mt 13,7). La stessa immagine viene spiegata pi avanti: Quello seminato tra le spine colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non d frutto (Mt 13,22). Ci fermiamo sulla prima delle due traduzioni delle spine, cio la preoccupazione del mondo. Anzich definirla con altri termini astratti ci riferiamo a due pagine della Scrittura in cui ricorre la medesima parola greca. In Luca 10,41 viene tradotta con il vocabolo "preoccupazione" a cui per si aggiunge il vocabolo "affanno". L'episodio quello di Marta e Maria, l dove Ges rimprovera Marta dicendo: Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti affanni per molte cose. L'ostacolo dunque il preoccuparsi, l'affannarsi, l'essere come travolti. Ed una delle cause pi generali della incapacit dell'uomo a conoscere la Parola: la preoccupazione per "mille cose", dal treno o dall'autobus che non bisogna perdere, al riuscire a fare bella figura, alle persone che dobbiamo incontrare, alla lezione che dobbiamo imparare, alle risposte che dobbiamo prevedere, e via dicendo. Di tutti questi affanni si riempie la nostra esistenza. Non a caso san Paolo, parlando della libert del cuore ( appunto nella libert del cuore che si pu conoscere la volont di Dio), ammonisce: Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie vivano come se non l'avessero; coloro che piangono come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano come se non possedessero; quelli che usano del mondo come se non ne usassero appieno: perch passa la scena di questo mondo! Io vorrei sapervi liberi da preoccupazioni (1Cor 7, 29-32). Ci sarebbe da meditare molto su queste parole, non facili da comprendere; in fondo, quando uno compra impegnato a non fare un cattivo affare e ogni cosa richiede una certa attenzione. Ci per che Paolo vuole stigmatizzare qui quella continua preoccupazione che non ci permette mai di avere un momento per essere noi stessi; e anche quando lo troviamo un'oasi, mentre il resto un deserto. Invece, dobbiamo giungere a trasformare tutto il deserto in oasi. Tutto deve essere vissuto in profonda serenit, in unione con Dio, nella pace; la ricerca di Dio non deve limitarsi a qualche minuto bens deve essere estesa alla intera esistenza. 2. Gli ostacoli in parete: il disordine della mente Emerge allora un grandissimo ostacolo: il disordine della mente. Disordine della mente significa la quotidianit divenuta fonte di ansia. Quando la mente vessata da inquietudini, fantasie, previsioni conturbanti oppure esaltanti, per cui ci proiettiamo sul futuro senza vivere il presente. Desideriamo che, a partire da questo terzo terreno, ciascuno di voi mettesse bene a fuoco il disordine della mente che ha dentro e gli impedisce di vivere serenamente la vita e di progettare serenamente il futuro. Tale disordine spesso inconscio; molta gente, pur essendone continuamente vittima, non pensa alla necessit di controllare la fantasia o la mente. Di fatto, la salvezza nostra consiste, per esempio, nel dover scendere alla prossima fermata dell'autobus, nel dover stare attenti al semaforo, nel dover rispondere al telefono; allora la mente si riordina un poco perch quelle azioni, una dopo l'altra, ci tengono occupati. Il disordine diventa conscio quando vogliamo pregare sul serio, o vogliamo stare in silenzio, da soli. Per questo la grandissima maggioranza della gente ha paura della solitudine e non sa come passare un quarto d'ora in preghiera. Quando bisogna tenere la propria mente in riga, si presi dall'ansia, dall'angoscia, non avendo preso l'abitudine di controllarsi. Il disordine della mente uno dei pi grandi ostacoli al discernimento vocazionale proprio perch non si riesce mai a concentrarsi su pensieri seri. Potremmo anche dire che il nemico procura continuamente di alimentare in noi una vertigine di pensieri confusi, anche se non sono tentazioni gravi o peccati; gli preme di pi l'oscillazione degli umori, la vertigine dei pensieri, che non un vero peccato, una vera resistenza a Dio, che magari ci metterebbe sul chi va l. Accorgerci del nostro disordine della mente un grande passo avanti. 3. Suggerimenti per il controllo della mente A partire da quanto abbiamo detto vi suggeriamo qualche rimedio per camminare verso il controllo della mente, di cui parlano tutti i grandi autori spirituali dell'antichit. Questo controllo della mente viene espresso anche con altri termini: libert del cuore, pace interiore, dominio di s, controllo delle emozioni, serenit, comunione profonda con Ges, imitazione del silenzio di Maria. _ un'arte difficile e importante. Una persona non si pu dire matura fino a quando non ha imparato una misura sufficiente di controllo della mente, ossia delle emozioni, fantasie, previsioni, sentimenti, turbamenti, angosce, entusiasmi, anticipazioni del futuro. 3.1. Quanto ai rimedi, anzitutto bisogna convincersi di non avere il controllo della mente, e di averne bisogno. Quindi chiederlo, volerlo, implorarlo: Metti, Signore, una custodia alle mie labbra. Signore, custodisci le mie orecchie, i miei occhi, la mia fantasia, il mio cuore, perch io possa cercarti nella pace. La preghiera che nasce dalla convinzione di questo bisogno il primo gradino. 3.2. Poi, molto importante, il controllo dei sensi. Che cosa leggo, che cosa vedo, che cosa guardo, che cosa dico? Butto fuori tutti i miei sentimenti appena emergono, senza dominarli? Oppure (anche questa una forma di non controllo) li ricaccio dentro soffocandoli, reprimendoli, e cos mi turbinano dentro in ansiet, paure, rivalit, invidie? 3.3. Ma il mezzo fondamentale che Dio ci mette nelle mani per arrivare a un controllo serio, non artificiale, a un controllo naturale, spontaneo, semplice il vivere l'attimo presente. Non nel senso di spremerlo come se poi non ci fosse pi nulla, bens gustarlo, perch e qui che Dio mi ama e che io lo amo. Concentrarsi dunque sul servizio di Dio, qui e adesso. Dio vuole da me quello che ora sto facendo e mi d la grazia per questo momento. Vivere quindi giorno per giorno la missione, la grazia, la luce, il sacrificio, la rinuncia del momento. Questo semplicissimo strumento veramente risolutivo delle angosce, e anche di tutte le preoccupazioni inutili: affidarsi a Dio nel presente, concentrandosi su ci che stiamo facendo, vivendolo nella certezza che Dio qui, mi ama, e che stasera, domani, dopodomani, mi dar le grazie necessarie, e che se c' da prevedere qualcosa oggi per domani, allora ho la grazia di prevederlo (non di anticiparlo), con umilt e calma. Chi, come voi, ha la grazia di essere di fronte a scelte qualificanti della vita, ha il dovere di verificarsi e crescere nella capacit di vivere con gioia il momento presente, per coglierne la ricchezza ed arrivare a poco a poco a un certo dominio della mente, cosicch possiamo offrire di noi stessi un sacrificio gradito a Dio.