CRISTO GESU', SIGNORE DEL TEMPO E DELLA STORIA Una riflessione sul tempo in vista dell'Avvento Introduzione Vorrei iniziare questa riflessione partendo da un libro, che forse non tutti conosciamo come libro, ma piuttosto nella sua versione cinematografica: "La setta dei poeti estinti", conosciuto meglio come "L'attimo fuggente". Per chi non avesse letto il libro o visto il film ne riassumo la trama. In un prestigioso college inglese arriva un giorno un nuovo professore di letteratura. Fin dalla sua prima lezione questo professore dimostra tutta l'originalit del suo insegnamento. Invita infatti i suoi studenti a una riflessione sul tempo (un po' come sto facendo io in questo momento, anche se voi non siete miei studenti), e, davanti alle fotografie di allievi del college del passato, porta i suoi ascoltatori alla consapevolezza del fluire del tempo: il tempo scorre inesorabilmente, ogni attimo che passa come se fuggisse (da cui il titolo dell'edizione cinematografica italiana), e non lo si recupera mai pi. Da qui la necessit di trovare un modo per dominare il tempo, e non lasciarsi dominare da lui. Occorre infatti cogliere il tempo che passa in tutta la sua portata, sfruttarlo tutto, viverlo in ogni suo attimo. Questa "filosofia" di vita si pu riassumere nell'espressione di Seneca "carpe diem". Da questa prima lezione si snoda tutto il racconto, che verte sulla ricerca da parte degli allievi, di tutti i modi possibili per "cogliere l'attimo". Scoprono una mitica "setta dei poeti estinti" che, guarda caso, aveva come membro anche il professore, decidono di ridarle vita. L'ambiente delle riunioni di questo gruppo descritto in modo significativo: nell'oscurit della notte, al riparo dalla gente comune; i partecipanti si dipingono il volto, quasi per simboleggiare che per vivere il tempo in pienezza necessario non essere pi se stessi, ma mettersi una maschera. C' poi chi cerca di passare il proprio tempo dedicandosi al teatro, nonostante il divieto dei genitori; chi va di nascosto a feste notturne... La conclusione in qualche modo drammatica, perch segna il fallimento di questa filosofia, incarnato nell'allontanamento del professore. L'istituzione scolastica taglia le gambe ad ogni possibile tentativo di andare fuori dagli schemi, di fare qualcosa di diverso da quello che stato progettato e preventivato. Questo libro-film vuole porre per noi oggi lo spunto per riflettere un poco sul tema del tempo, soprattutto perch ci prepariamo a iniziare un tempo liturgico, l'Avvento, in cui la Parola e la liturgia ci invitano ripetutamente a considerare il tempo e il nostro vivere nel tempo. Divido la riflessione in due parti: - il tempo: tesoro e povert dell'uomo; - il tempo: luogo dell'incontro di Dio con l'uomo. 1. Il tempo: tesoro e poverta' dell'uomo. 1.1 Alcune considerazioni. a) Spesso sentiamo dire espressioni del tipo: "coraggio, non preoccuparti: vedrai che poi con il tempo le cose si aggiustano!"; oppure proverbi del tipo: "il tempo il migliore medico dell'anima". Questa sapienza popolare ci fa subito capire un valore molto grande del tempo: esso ha una funzione consolatrice, sana le ferite inferte dalla vita, ci aiuta a dimenticare i ricordi inquietanti, e offre alla nostra speranza una possibilit di sviluppo. Insomma, ci aiuta a dimenticare (e quante cose abbiamo piacere di dimenticare! Delusioni, rapporti difficili, paure, esperienze negative..). Se noi vivessimo fuori del tempo, probabilmente non ci sarebbe passato n futuro, tutto sarebbe in noi nella stessa intensit: il bene come il male, l'esperienza positiva come quella negativa. In questo senso il tempo una cosa preziosa, un "tesoro" dell'uomo. b) Ma il tempo ci ricorda anche la transitoriet della vita, perch scorre inesorabilmente e irrevocabilmente. Ogni istante che passa non lo si recupera pi, ormai andato. Nessun uomo capace di tornare indietro, di rivivere momenti che sono passati. Potr forse viverne altri in modo simile, che forse ricorderanno i primi, ma non potr mai vivere gli stessi momenti. Questa incapacit presente nell'uomo da tempi antichissimi. Basta pensare ai racconti mitologici in cui compaiono "macchine del tempo", capaci di andare nel passato e nel futuro (un esempio attuale di questa produzione letteraria: il film "Riorno al futuro"); oppure i racconti fantascientifici in cui ci sono tentativi di ibernazione di persone per permettere loro di vivere il futuro che altrimenti non vivrebbero (ma, nota bene, cos non vivono il presente); o racconti in cui si creano protagonisti praticamente eterni o quasi, capaci di vivere per secoli, millenni (cfr. per es. il film "Highlander"; ma questo tipo di racconti entra fortemente in crisi: infatti "Hanno ucciso l'uomo Ragno", e anche Superman muore!). In questo senso il tempo diventa la povert dell'uomo: L'uomo si scopre inserito in una corrente di un fiume che lo trascina verso la morte, senza alcuna possibilit da parte sua di uscirne. Questo incute paura, angoscia, perch l'uomo si scopre condannato: l'unica certezza che ha di dover morire. Dice il filosofo Heidegger: "l'uomo un essere destinato alla morte". c) Il tempo inteso come tesoro e come povert, se ci pensiamo bene, inteso come l'uno o come l'altro a seconda degli stati d'animo che abbiamo. "La vita dell'uomo felice sempre troppo corta, mentre la notte di uno che soffre sembra senza fine" dice Agostino. Ed vero: per esempio, quando attendiamo il nostro fidanzato il tempo non passa mai: guardiamo l'orologio ogni trenta secondi...; ma quando siamo con lui le ore sembrano minuti! Come possibile questo? Non il tempo che rallenta, ma siamo noi che lo viviamo in modi diversi, con stati d'animo diversi, con intensit e partecipazione diverse. L'uomo allora si rende conto che, anche se non pu fuggire dalla morsa del tempo, tuttavia pu in un qualche modo dominarlo, esercitare su di esso un controllo: l'intuizione dei componenti della "setta dei poeti estinti". Sembra un paradosso, una contraddizione, ma cos: l'uomo dominato dal tempo, tuttavia pu in qualche modo dominarlo. Come dominarlo? Come sfuggire alla caducit del tempo? Vi sono diversi modi, che mi piace esprimere con immagini e modelli: - l'estroverso: vive di corsa la sua vita, si lascia portare via dalla corrente del tempo senza pensarci. Per lui i singoli momenti non hanno valore in se stessi: non ci si deve fermare su uno di essi, bisogna passare velocemente da un attimo all'altro. Ogni momento diventa solo un mezzo per raggiungere il seguente. "La nostra vita quotidiana, nel lavoro e in famiglia, fatta di viaggi in auto o in aereo, di incontri o di conferenze, di tanti giornali, riviste, pubblicit, radio e televisione, l'esempio di una vita priva della dimensione 'profondit', di una vita che passa e in cui in ogni momento c' qualcosa da fare, da dire, da vedere o da progettare. In queste condizioni l'uomo non pu fare l'esperienza della profondit, se non fa silenzio e non si raccoglie in s" (P. Tillich). Un esempio: la notte di S.Silvestro del 1977, 40 americani, dopo aver festeggiato l'inizio del nuovo anno nella capitale francese, si imbarcarono su un Concorde, l'aereo passeggeri supersonico che collega Parigi con New York in circa quattro ore. Cos poterono festeggiare nuovamente il nuovo anno mentre trasvolavano l'Atlantico. Arrivarono poi nella capitale americana giusto in tempo per festeggiare, per la terza volta, l'inizio del nuovo anno. Pensavano cos di aver vinto il tempo, di aver prolungato l'attimo fuggente dell'inizio dell'anno: in realt non avevano guadagnato niente: il tempo era passato inesorabilmente lo stesso, nonostante la velocit dell'uomo. Un'immagine: il bambino ingordo che mangia qualsiasi cosa gli si metta davanti, senza fermarsi a pensare se gli far male, se ha gi mangiato abbastanza... - il nostalgico: ritorna continuamente al passato, illudendosi cos di non perderlo, ma perdendo cos di vista il presente e il futuro. Esempi di oggi: i nostalgici del nazismo, dei Beatles, di Jim Morrison, di Elvis... per i quali i loro "miti" vivono ancora. Un'immagine che pu simboleggiare questo: l'aratore, che quando traccia il solco con l'aratro nella terra da dissodare si volta sempre indietro per vedere se sta andando dritto o storto: ci che sta dietro (il passato) diventa criterio per giudicare ci che deve fare (presente). - l'artista: cerca di sottrarsi al tempo, perch in brevi momenti di ispirazione produce capolavori che sfidano i secoli. Vuole cos "eternizzarsi", rendere il proprio ricordo e il proprio messaggio duraturi nel tempo. Un esempio: la poesia ermetica, che con un'intuizione di pochissime parole ha la capacit di essere pi duratura dell'autore stesso che l'ha composta. - il filosofo: vuole con il pensiero fagocitare il tempo, dominarlo, capirlo, comprenderlo. Dice che cosa , il suo influsso sull'uomo: in questo modo gli sembra di esserne padrone, di avere un dominio su di esso, perch capire una cosa significa possederla. Un'immagine: il bambino che stringe nella mano un pugno di sabbia: pi lo stringe per possederlo e pi la sabbia gli sfugge. - il politico: supera il tempo dando l'avvio a un tempo migliore, nuovo: promette cambiamenti, novit di rilievo. Ma se questo non include la volont di comandare al passato e di dare una fisionomia pi umana al presente, il suo superare il tempo diventa utopia. Deve perci ritornare al presente, sottomettersi al fluire del tempo. 1.2 Conclusione della prima parte: il tempo ci domina, l'uomo ne imprigionato, sottomesso: colui che si sente il dominatore di tutto, che ha in mano le sorti del mondo, che pu con un solo comando decidere della vita o della morte dell'umanit... si scopre limitato: non capace di fermare il tempo. Ogni istante che passa diventa irrecuperabile. Ogni compleanno un anno di vita in pi, ma anche un anno di vita in meno! "Ci che ero ieri, oggi non lo sono pi; ci che far domani mi in larga parte ignoto" (P. Henrici). C' una soluzione? Come dare senso al tempo? 2. Il tempo, luogo dell'incontro di dio con l'uomo 2.1 C' un'altro libro che parla del tempo, anche se non solo di quello; un libro senz'altro pi conosciuto di quello citato in precedenza, e ci auguriamo anche pi letto: la Bibbia. Se "la setta dei poeti estinti" si pu in qualche modo riassumere, per la Bibbia questa operazione risulta molto pi difficile. Parla dell'incontro tra due "personaggi": Dio e l'uomo. Questo incontro descritto in tanti modi diversi, a seconda degli autori che vi hanno posto mano, con generi letterari diversi, con linguaggi anche diversi: ma il contenuto, detto in termini molto generici, resta proprio l'incontro di Dio con l'uomo. Dalla Genesi, in cui ha inizio questo incontro con la creazione dell'uomo da parte di Dio, all'Apocalisse, in cui l'incontro assume la sua forma definitiva e ultima attraverso la visione simbolica di Giovanni. la storia dell'uomo che costituito popolo, che liberato dalla schiavit, che giunge alla terra promessa; la storia di Dio, che diventa alleato di questo uomo e di questo popolo, se ne prende cura, lo nutre, lo guida, lo consola, e da tale alleanza scaturisce la salvezza. Ma quello che mi sembra importante sottolineare come criterio di lettura di tutta la Bibbia, che Dio incontra l'uomo nel tempo. In un certo senso, Dio esce dalla sua dimensione di eternit e sceglie liberamente di entrare nel tempo dell'uomo, che lui stesso ha creato. Non chiede all'uomo di uscire dal tempo per incontrare il suo Dio, ma Lui stesso che "si abbassa", entra nella dimensione del tempo per incontrare l'uomo. Il tempo diventa cos il luogo dell'incontro. 2.2 Come pu Dio fare questo? Abbiamo la risposta: Ges di Nazareth. Dio per incontrare l'uomo sceglie di diventare uomo, quindi di sottomettersi a tutti i limiti che la nostra umanit porta con s: il dolore, la morte. Accetta perci anche la condizione del tempo, il suo fluire inesorabile, la sua marcia irrevocabile. Ci pu sembrare strano, forse assurdo che Colui che eterno e infinito scelga di diventare limitato dal tempo e dallo spazio: evidentemente gli stava a cuore questo incontro! Ges Cristo il segno concreto, incarnato, di questo incontro. , secondo una bella espressione di Karl Barth, "il tempo che Dio ha perso per noi". Dio sceglie di comunicarsi all'uomo, di rendersi visibile nel tempo, e in particolare questa sua comunicazione e incontro raggiungono il loro culmine in Ges Cristo. "Dio nessuno lo ha mai visto: il Figlio Unigenito che nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato" (Gv 1,14). 2.3 Allora comprendiamo come il tempo, per coloro che credono in Ges, assume un significato ben diverso da quelli delineati in precedenza: non pi qualcosa che domina sull'uomo, che tiene l'uomo schiavo; non pi qualcosa da cui l'uomo cerca in tutti i modi di uscire, con diversi stratagemmi (ricordiamo l'estroverso, il nostalgico, l'amante, l'artista, il politico...); non crea pi angoscia, disagio, fino a spingere a cercare qualche artificio per essere fuori dalle sue mire. Se Dio entra in Ges Cristo nel tempo per incontrare l'uomo, e se questo incontro un incontro di salvezza, allora per un credente cristiano il tempo tempo della salvezza. l'occasione favorevole, il Kairs, il momento propizio per ricevere un dono, il dono dell'incontro con Dio. La contemplazione della persona di Ges suggerisce al cristiano qualcosa anche circa l'uso del tempo: che uso ne faceva Ges? Ges dava tempo alla preghiera: aveva una sua liturgia del mattino e della notte; si alzava presto per pregare, cercava la solitudine in un luogo deserto, dava tempo ai malati e ai poveri, soprattutto all'annuncio della Parola, alla formazione dei discepoli e degli apostoli. Gran parte del tempo poi la passava negli incontri personali: cfr. la Samaritana, Nicodemo, anche gli avversari. Tuttavia Ges non si pone con indifferenza o casualit nei confronti della gestione del suo tempo: non lo ignora, non gli d angoscia. Pur essendo Dio non vive un complesso di onnipotenza di fronte al tempo, si sottomette ad esso come ogni uomo, ed cosciente che non pu fare tutto: non ne avrebbe il tempo! Non trasforma il tempo storico in eternit. Ci dimostra la sua povert, ma questa povert del sottomettersi al tempo storico degli uomini non lo indebolisce nella relazione con il Padre e con la gente, non lo rende apprensivo, affannato, ansioso. Sa di vivere relazioni di pienezza con il Padre e con gli uomini, anche se limitate dal tempo. Ges sempre il Signore, anche di s e del suo tempo. 2.4 Allora per il credente che nel Battesimo conformato a Ges, il tempo assume significati diversi: a) fiducia: lo spazio della misericordia, l'offerta della salvezza, l'accoglienza del vangelo, la responsabilit della conversione. Il tempo per il cristiano raccolto nelle mani di Dio, affidamento a una provvidenza che non viene meno. la fedelt di Dio nella storia, la certezza che nulla andr perduto. il tempo della fede. b) anche crisi: di fronte alle contraddizioni, alla presenza del male e dell'ingiustizia, all'esperienza del dolore proprio o di altri, il credente entra in crisi: l'incontro di Dio con l'uomo sembra sfumare, si cerca Dio ma non lo si trova: "Tu mi hai nascosto il tuo volto, Signore, e io sono stato turbato". c) perci anche purificazione della fede: siamo chiamati con Ges al salire con lui sul Calvario, a fare Pasqua con lui. l'occasione che ci viene data per dare finalmente significato nuovo alla nostra vita, dare pienezza. d) infine vigilanza e perseveranza: il cristiano vive il tempo nella consapevolezza di una possibilit donata, ma della quale deve anche rendere conto. L'incontro con Dio nel tempo della storia non pu lasciarti indifferente: ti invita ad attendere la pienezza di questo incontro, pienezza promessa, e perci che si realizzer (Dio fedele!): quando non lo sappiamo, ma sappiamo che questo avverr: restiamo perci nel tempo della vigilanza. Conclusione Il tempo di Avvento che ci apprestiamo a incominciare anch'esso un'occasione propizia che la Chiesa ci offre perch avvenga il nostro incontro con il Signore. Sono tanti i temi che si possono far emergere dalla liturgia di queste settimane: tra questi un ruolo particolare lo occupa proprio il tema del tempo. Il Signore Ges si manifesta a noi come il Signore del tempo e della storia, Colui che ha in mano le chiavi del tempo. Il suo avvento nel mondo segna "la pienezza dei tempi" (Gal 4,4), il culmine della storia dell'umanit. Lo scopo del tempo proprio incontrare Lui, che la pienezza del tempo. Cos viviamo nel tempo per incontrare Lui. Quando lo incontreremo pienamente, il tempo non servir pi: lascer spazio all'eternit. Attendere il Signore, ancora oggi, significa celebrare questa sua signoria: entrando nel tempo, Egli ci ha fatti simili a Lui, perch come Lui possiamo anche noi sedere alla destra del Padre, regnare con Dio. L'Avvento allora ci invita a una duplice attenzione: - da una parte all'ingresso di Ges nella storia dell'uomo, all'incontro che si celebra nel suo essere uomo come noi e tra di noi: un incontro, come abbiamo detto, decisivo per la nostra salvezza; - dall'altra parte a quando tutto sar ricapitolato in Cristo, ossia alla fine dei tempi, quando il Signore si manifester e giudicher l'uomo. Allora il tempo diventer eternit, e noi potremo vivere in comunione perfetta con Lui. Se ci pensiamo bene, in fondo queste due "attenzioni", alla venuta del Figlio nella storia (incarnazione) e alla sua venuta alla fine dei tempi (parusia), hanno in comune un aspetto che l'Avvento porta costantemente con s: la manifestazione. L'Avvento celebra il mistero di un Dio che si nasconde e che si rivela, che si fa conoscere nella persona del suo Figlio, ma che si manifester pienamente alla fine dei tempi. Dio si manifestato totalmente in Ges Cristo, ma la nostra conoscenza che di Lui abbiamo ora mediata dalla fede. Verr un giorno in cui "lo vedremo cos come Egli ", faccia a faccia: la fede non ci sar pi: rester solo la carit, l'amore. Il tempo dell'Avvento ci aiuta a comprenderci inseriti in questo grande mistero di salvezza, mistero che si gioca nel tempo. Solo comprendendoci cos noi possiamo celebrare il Signore Ges, prepararci all'incontro con Lui: - un incontro che si attua nella nostra storia (Natale); - un incontro che sar pieno quando la storia sar finalmente consegnata nelle mani del Padre (parusia). Un testo biblico per concludere: "Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perch il tempo vicino. Il perverso continui pure ad essere perverso, l'impuro continui ad essere impuro, e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora. Ecco, io verr presto e porter con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine. Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le porte della citt" (Ap 22, 10-14).